*****04/04/2004*****

Oggetto: La Posta di CAPOLEUCAMBIENTE diventa FORUM.

L’interesse dimostrato dai visitatori del nostro sito www.capoleucambiente.it, ha spinto il Circolo a migliorare l’iniziativa CAPOLEUCALODICOIO. Abbiamo pensato, pertanto, di aprire un vero e proprio FORUM. Attraverso una semplice registrazione chiunque potrà partecipare alle “discussioni” già esistenti o potrà crearne delle nuove. L’immediata pubblicazione dei messaggi rende il tutto più piacevole ed interattivo.

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Il Circolo Capo di Leuca

 

26/06/2005

Documento inviato da Maurizio Manna sui Parchi nel Salento.

Oggetto: Per un Salento dei Parchi: il contributo delle Associazioni del territorio

Lecce, 16 giugno 2005


L’enfasi comunicazionale che caratterizza questi ultimi giorni sottolinea il passaggio importante che sta compiendo l’iter istitutivo della rete dei parchi regionali, che costituisce uno dei banchi di prova più significativi della nuova amministrazione regionale. Ma che rappresenta anche un importante momento di maturazione, presa di coscienza e assunzione di responsabilità da parte dell’ambientalismo reale e radicato sul territorio, che tanta parte ha avuto e sta avendo nell’intero processo istitutivo.
A partire dall’affermazione stessa di un Salento dei Parchi affatto scontato nelle premesse e ancora in parte da costruire nella cultura e nel comune sentire della collettività.
Quando ormai quindici anni fa ci capitava di parlare di un sistema della naturalità da proteggere nel Salento, nel migliore dei casi suscitavamo l’ilarità dell’interlocutore. Dove sono le montagne, i boschi, i fiumi, ci si obbiettava, dove gli spazi per l’occhio e la natura. Tanta acqua è passata sotto i ponti da allora, sono cambiate la normativa, la coscienza e la conoscenza, è cambiato il concetto stesso di natura e della sua tutela. E’ anche grazie all’opera quotidiana, nelle aule del tribunali ma anche in quelle scolastiche, nelle conferenze di servizi come sulle spiagge, se biodiversità, reti ecologiche, ponti biotici ed ecomosaico sono divenute le parole d’ordine della tutela ambientale e della pianificazione avanzata, fino a poter parlare di quel Parco Salento di cui oggi noi tutti abbiamo piena coscienza e la grande responsabilità di declinare in tutte le sue possibili valenze.
I parchi come laboratori dello sviluppo sostenibile, al di là dei luoghi comuni e delle frasi fatte, possono realmente costituire il terreno per la costruzione di un nuovo sistema di equilibri e di rapporti tra P.A., operatori economici - ma anche della formazione e dell’informazione - e 3° settore che ne medino, riqualifichino ed indirizzino le politiche per uno sviluppo sostenibile fatto di passi concreti. Significativo l’esempio costituito dall’esperienza “Un’Estate nel Parco”, con cui il Coordinamento delle associazioni territoriali a Gallipoli ha garantito per un’intera stagione estiva la fruizione di qualità ed a basso impatto di un parco complesso nella sua articolazione terra-mare- isola e soggetto ad un sistema vincolistico rigido quale quello de “Isola di S. Andrea”.
I parchi devono essere laboratori per elaborare nuove regole tecniche e giuridiche.
Devono essere cioè la risposta - sul piano delle soluzioni tecniche e della pianificazione e su quello dell’impianto legislativo - alla mutazione dei comportamenti sociali che indirizzano verso le aree a residua valenza ambientale – le coste in specie – masse di utenza sempre più ampie e diversificate nelle istanze, ma anche alle ambizioni di sistemi economici speculativi che tendono ad indirizzare sulle stesse aree capitali, strutture e infrastrutture.
Per fare ciò le aree protette devono proporsi non già e non più come gabbie per animali o serre per piante, ma quali territori sensibili con nuove regole per gli uomini.
Regole da comprendere intendendo i parche come campioni significativi di indagine per recepire ed indirizzare le istanze e valutare le disponibilità del corpo sociale a modificare i propri stili di vita e le proprie scale di valori. emblematica da questo punto di vista un recentissima indagine da noi compiuta da Legambiente su in campione di alcune centinaia di fruitori della costa nell’area protetta di Punta Pizzo a Gallipoli, da cui emerge la disponibilità a dislocare i parcheggi e percorrere fino a 500 metri per raggiungere la propria spiaggia, o di responsabilizzarsi collettivamente fino alla costituzione di piccole comunità di spiaggia per la sorveglianza e la realizzazione di piccole azioni quotidiane sui detrattori ambientali.
Regole da applicare come antidoto “a priori” ai fenomeni abusivi diffusi che hanno finora visto le Associazioni ambientaliste in veste di “inseguitori di casi di specie”, e che varranno di qui a poco su oltre il 50% della superficie ed il 70% della costa di un territorio ad altissimo rischio come quello di Porto Cesareo, qualcosa come 1.000 ettari della costa gallipolina di cui 100 (cento!) con progetti di cementificazione già adottati di piano. Comprendendo la scala di un sistema di aree che nel complesso protegge il 70% delle coste salentine!
Regole da applicare rendendo i parchi come cantieri per pensare nuove tecnologie mezzi ed infrastrutture a basso impatto - e nuovi standard, integrando i livelli di pianificazione – Piano Coste, PUG, PTC - in un unico strumento, il Piano del Parco, che consenta di mutare i problemi di oggi nelle risorse del prossimo futuro.
I parchi vanno visti come elemento forte dell’identità del territorio, al pari del suo patrimonio storico monumentale e delle espressioni della sua cultura popolare – pensiamo alla cattedrale di Otranto o alla Pizzica – e come veicolo di accreditamento, di riconoscibilità e caratterizzazione forti lungo i canali comunicazionali del villaggio globale. Ma anche come punti di connessione a reti territoriali della qualità ambientale (GAL Leader+, A21loc, ecc.) come a networks più ampi, mediterranei ed europei, in grado di garantirci legami culturali ed inserimento in programmi e progetti operativi.
I Parchi infine sono laboratori di democrazia partecipata e di applicazione di processi dal basso non già da inventare, ma già attivi da anni tanto da ottenerne, dove l’associazionismo di territorio è storicamente radicato, la concretizzazione in delibere di Consiglio Comunale che ne definiscono perimetrazione e regole. I Parchi quindi come espressione delle potenzialità di un territorio attraverso le capacità dell’associazionismo di connettere le conoscenze della scienza – prezioso il lavoro di divulgazione della rete dei SIC/ZPS, prodotto della ricerca universitaria alla base della L.R. 19/97 - alle esigenze del cittadino, di incidere sulla coscienza della collettività locale ed, in definitiva, sulle scelte politiche ed economiche locali.
E’ del tutto evidente che il ruolo dell’associazionismo, determinante in fase istitutiva, sia essenziale proprio ora che si profilano le scelte sugli aspetti gestionali del sistema dei parchi, e ben al di là degli strumenti di rappresentanza già previsti dalla norma.
Ed è altrettanto evidente che, ancorché in linea con gli ovvi principi del decentramento amministrativo e della responsabilizzazione delle comunità locali, una scala locale degli strumenti di gestione, distinta dal ruolo, scontato, di coordinamento ed integrazione con le politiche di area vasta rivestito dall’Amministrazione Provinciale – evidentemente più marcato per l’area multicomunale Otranto-Leuca -, sia l’unica praticabile per una rete di parchi che nel Salento ha proprio nella scala comunale e nella necessità di peculiarizzare le singole AA. PP. le caratteristiche intrinseche. Ed anche l’unica in grado di assicurare la condivisione sociale e l’utilizzazione delle risorse ed i dovuti ritorni del ed al territorio.
Processi di accentramento e verticizzazione del sistema gestionale, di blocco a livello provinciale del decentramento potrebbero, viceversa, vanificare il lavoro fin qui svolto, allontanando i parchi dal sentire e dal volere del territorio e compromettendo l’attuabilità dei processi in atto e di quelli in rapido divenire.
A seguito di queste considerazioni, si ritiene opportuno contribuire con alcune schede in allegato sullo stato attuativo e le problematiche inerenti alcuni casi di specie.


Legambiente
Coordinamento delle Associazioni Per la Valorizzazione dell’Ambiente a Gallipoli
Coordinamento Associazioni Ambientaliste pro Porto Cesareo
Coordinamento Associazioni Ambientaliste Ugento

Porto Cesareo

Quando si parla di abusivismo a Porto Cesareo si parla di cifre esorbitanti che rimandano a logiche comuni a pochi altre aree in Italia: circa dodicimila immobili costruiti al di fuori delle norme urbanistiche che nemmeno una diffusa fiducia nell’impunità – e simmetrica sfiducia nelle istituzioni - basta a spiegare. Occorrerebbe richiamare il senso di non appartenenza da parte di nuovi proprietari provenienti dalle tre province salentine verso un’area da sempre “perduta” qual è il comprensorio di bonifica dell’Arneo, terra di malaria e quindi di briganti e rifugiati, terra rinnegata dai suoi stessi abitanti storici – appena poche migliaia a fronte di decine di migliaia di residenti stagionali mai compiutamente censiti! - che ancora oggi non vi si identificano, terra dove tutto è stato meglio che niente, e dove per niente tutto si è potuto, quasi per diritto enfiteutico. Aree di immenso pregio ambientale - compresi interi sistemi dunari e spiagge! – sono stati infatti assegnati a costo pressoché nullo senza che potessero essere coltivati perché irrimediabilmente salsificati dalla stessa opera di bonifica, divenendo quindi oggetto di speculazione diffusa, spesso con l’intervento diretto – in fase realizzativa – e indiretto – il racket sulle seconde case - della malavita organizzata.
Con queste premesse, quello edilizio non poteva essere l’unico tipo di abusivismo che si riscontra nell’area: l’organizzazione di parcheggi e sevizi alla balneazione abusivi sono stati incentivati dal titolo di proprietà sulle aree immediatamente litorali, le più vulnerabili come struttura geo-biologica, con forme diffuse di preclusione degli accessi a mare e di vere e proprie privatizzazioni di fatto di tratti di spiaggia, per ciò che invece concerne gli aspetti sociali e di negazione dei diritti del cittadino.
Specifico poi ed estremamente attuale il problema delle aree di sosta abusive - spontanee o speculativamente organizzate - utilizzate da camperisti nel periodo estivo, localizzato in maniera abbastanza definita nell’area interna ed in quella costiera contermine al nucleo edificato di Punta Prosciutto e al margine della Pineta di Serra degli Angeli.
La risposta delle istituzioni a queste problematiche è stata praticamente nulla fino al 2003, anno in cui l’amministrazione comunale di Porto Cesareo ha avviato con atti formali e concreti che incidono sulla pianificazione per affrontare a scala adeguata l’emergenza, ponendo in ordine logico la definizione dell’area parco e l’istituzione del Parco Regionale, i PIRT, il Piano delle Coste ed infine, con quei presupposti, il PUG.
Importante in questo “salto di qualità” nell’approccio al “caso Porto Cesareo” è stato il contributo delle Associazioni Volontariato del territorio, recentemente coordinatesi nel Coordinamento Associazioni Ambientaliste pro Porto Cesareo, sia nello studio delle emergenze positive del suo territorio e nella proposizione i strumenti e progetti concreti per la creazione ed il governo di processi virtuosi e modelli di sviluppo diversi e sostenibili.
Fra questi risultano particolarmente significativi la proposta, determinante, di inserimento dell’area di Palude del Conte tra le aree protette regionali della L.R. 19/97, corredata dal primo studio organico sulle valenze ambientali del territorio, l’inserimento di ben due percorsi di escursionismo naturalistico insistenti sull’area nell’ambito della Rete Escursionistica Provinciale della Provincia di Lecce, il progetto per il recupero dunare in località “Tabù”, i Campi di Volontariato Legambiente per la tutela e la valorizzazione dell’Isola dei Conigli e della penisola de “La Strea” che si avvieranno il 25 giugno prossimo e si protrarranno fino a settembre, la realizzazione azioni di prevenzione ed informazione sulle tematiche dei falò in spiaggia e della sosta abusiva dei camper in aree di pregio ambientale, la realizzazione delle strutture di sorveglianza e fruizione dell’area Bosco degli Angeli – Palude del Conte.

Gallipoli

Con Del. di GR del 5 settembre 2004 si è posto un punto fermo riguardo all’iter istitutivo del Parco regionale “Isola S., Andrea – Litorale di Punta del Pizzo”, adottando perimetrazione e DDL istitutivo come approvate nella preconferenza conclusasi nel marzo 2004, da portare all’approvazione in Consiglio Regionale per la definitiva promulgazione della legge.
Con tale delibera sono scattati i vincoli delle Norme di Salvaguardia ai sensi dell’art. 4 L.R.19/97 per l’area perimetrata, superando polemiche più o meno strumentali e ricorsi in sede amministrativa avverso il processo istitutivo da parte di alcune proprietà.
Va infatti detto per inciso che rispetto alle perimetrazioni proposte da Provincia e Regione sono state stralciate con la perimetrazione adottata, onde evitare contenziosi oggettivamente plausibili che ne avrebbero bloccato in partenza l’avvio, aree minime (ca. 20 ha in tutto a fronte di circa 1400 ha comprese le aree di posidonieto) interessate da tutte le attività economiche autorizzate. Va precisato che tali aree escluse sono già inedificabili per le norme ad oggi vigenti, salvaguardate dalle prescrizioni regionali al nuovo Piano Regolatore, e che il Disegno di Legge sul Parco adottato in Giunta Regionale, in quanto aree SIC/ZPS ai sensi della Dir. 92/43CEE per la tutela degli habitat comunitari minacciati, include come aree regolamentate dal medesimo provvedimento, e quindi di fatto anch’esse all’interno del Parco stesso! Sono state incluse invece, rispetto alle proposte regionale e provinciale aree per circa 120 ettari di grande valore ambientale e fondamentali per l’integrità e continuità dell’Area Protetta - area umida “li Foggi” e praterie a Punta Pizzo - interessate dalle proposte di lottizzazione “Valtur” e “Immobiliare Sant’Anna” previste dalla bozza di PRG adottata e altrimenti prive di ogni altra valida tutela, essendo fuori sia dalle zone SIC/ZPS protette dalle norme comunitarie che dalle stesse perimetrazione proposta da Regione e Provincia.
Per ciò che invece concerne le prescrizioni al Piano Regolatore, la relazione-parere regionale del 16/03/04, deliberata in giunta col n. 685 del 10/05/04, recepisce i pareri della Soprintendenza BAAS, che salvaguarda la fascia costiera sud opponendosi a tutte le aree tipizzate C7 e B25 residenziali e turistiche individuate dalla proposta di variante adottata, nonché dell’Ufficio Ambiente della Regione che minimizza gli interventi all’interno dell’area di tutela comunitaria, di propria competenza. Rileva inoltre l’inesistenza in termini giuridici del concetto di contemporaneità che aumenta artificiosamente del 40% le presenze insediabili in rapporto alla capienza della costa ai sensi dell’art. 51 della citata L.R. 56/80, e riporta ai termini di legge, ossia 60 mc/utente anziché gli 80 mc arbitrariamente proposti, le volumetrie turistiche insediabili che così si riducono da 7600 a 5300 mc ca. in totale.
Aderendo quindi strettamente e obbligatoriamente a tali prescrizioni, la relazione-parere stralcia ogni insediamento costiero previsto tra la comunale che congiunge la litoranea con la SS 274 - costeggiante il Campo sportivo - e Mancaversa. Uniche previsioni proposte dal Piano e salvaguardate sono poste oltre i rilievi di Masseria Nova e all’ingresso di Mancaversa, entrambe fuori dai confini del Parco, e ben distanti dalle “aree escluse”; propone quindi l’ubicazione dei nuovi insediamenti fuori dalla portata visuale della costa, e toccherà al Consiglio Comunale con le sue controdeduzioni stabilire dove.
In definitive il Parco come definito dallo stato attuale dell’iter istitutivo e le prescrizioni della Regione al pRG adottato sono fra loro coerenti e compatibili, e nel complesso sono orientate ed in grado di salvaguardare il litorale sud di Gallipoli con le valenze ambientali che gli sono riconosciute dalla legge.
Spetta ora al Governo Regionale portare Consiglio ed approvare la Legge istitutiva del Parco, ed al Comune di Gallipoli controdedurre alle prescrizioni regionali che stralciano gli insediamenti costieri lungo il litorale sud coerentemente con la propria delibera di CC n. 46 del 13 agosto 2003 che individuava la perimetrazione di Parco poi adottata dalla Regione, per rendere questi due processi definitivi ed irreversibili.
Il Coordinamento delle Associazioni per la Valorizzazione dell’Ambiente a Gallipoli da due anni garantisce la verifica delle Norme di salvaguardia e la fruizione gratuita dell’area, promuovendone l’istituzione e l’inserimento nella rete della natura protetta nazionale e sopranazionale con programmi di iniziative come “Primavera nel Parco” e “Un’Estate nel Parco”.

Ugento

Richiestone da Legambiente già nel 1992 l’inserimento nel redigendo ddl sull’istituzione della rete regionale delle AA.PP. - al pari dei parchi di Gallipoli e Porto Cesareo –, il litorale di Ugento è stato significativamente ignorato nella redazione della legge 19/97. Sono noti infatti gli interessi speculativi gravanti sull’area in oggetto, evidenti nel PRG comunale, uno dei più beceri e cementificatori della nostra regione.
La presenza di emergenze ambientali di valore assoluto da punto di vista quantitativo e qualitativo, tuttavia, e la conseguente individuazione di no dei più vasti e vari SIC della nostra provincia, ha tuttavia impedito il realizzarsi delle previsioni di piano, mentre lo studio commissionato all’Università di Lecce e la richiesta da Parte dell’Amministrazione Comunale – in realtà del Commissario Straordinario coi poteri di C.C. - di valutazione presso il CTS dell’Ufficio Parchi per l’inserimento nella stessa LR 19 hanno posto sia pur tardivamente in moto il processo istitutivo dell’area.
Attualmente un ampio ventaglio di associazioni locali, anche delegazioni locali di associazioni nazionali riconosciute dal Ministero dell’Ambiente, sono fortemente coese nel chiedere l’immediata presentazione del ddl per l’inserimento dell’area nella legge regionale, così come nel chiedere la revisione dei pareri regionale i sulla lottizzazione del Comparto 70 (meglio conosciuta come OREX dal nome della società proponente) le cui opere sono state avviate in questi giorni e che costituisce una gravissima minaccia per l’integrità ed il senso stesso del nuovo parco.
Esso consta in impianti turistici a ridosso dei Bacini di Bonifica (soggetti alla Galasso) ed entro i 300 m dalla costa, e ricade parzialmente in area SIC. Ha una superficie di lotto pari a 170.00 mq e un volume di 68.000. Utenti previsti 653. Approvato con ricorso L. 3/98, ha ottenuto dalla Regione Puglia deroga dall’applicazione della VIA, parere di cui chiediamo la revisione.